Respirazione di Cheyne–Stokes: cos’è e cosa fare a domicilio

Respirazione di Cheyne–Stokes: cos’è e cosa fare a domicilio

A cura del – Cure Palliative e Terapia del Dolore. Assistenza domiciliare in Campania: Nola, Napoli, Caserta, Avellino, Benevento, Salerno.

Punti chiave. La respirazione di Cheyne–Stokes è un ritmo periodico con apnee centrali e fasi di respirazione a onda. Nasce da instabilità del controllo respiratorio e da tempi di circolo prolungati. Nel fine vita l’obiettivo è il comfort: ambiente calmo, posizione corretta, igiene del cavo orale e terapia proporzionata riducono ansia e affanno.

Che cos’è

È un respiro periodico caratterizzato da fasi di apnea centrale seguite da ventilazione che cresce e poi decresce a formare un’onda regolare. Tra le cause ricorrenti ci sono scompenso cardiaco avanzato, lesioni o disfunzioni del tronco encefalico, alcune malattie neurodegenerative e l’ultima fase delle malattie croniche. Nel fine vita la frequenza degli episodi tende ad aumentare e la durata delle apnee si allunga.

Perché compare

Il sistema che regola la respirazione risponde ai livelli di CO₂ e ossigeno. Quando il tempo di circolo è lungo o i recettori sono instabili, il sistema “sovra-corregge”: si iperventila fino a scendere sotto la soglia di CO₂ e si va in apnea, poi la CO₂ risale e il ciclo riparte. Lo scompenso cardiaco, le lesioni neurologiche e la fragilità terminale aumentano questa instabilità. Farmaci sedativi o infezioni concomitanti possono accentuare il quadro, mentre dolore, febbre e ansia amplificano l’iper-ventilazione reattiva.

Come riconoscerla

Si osserva una sequenza ripetitiva: respiro sempre più profondo e frequente, poi sempre più lieve, quindi una pausa di apnea. Il ciclo ricomincia dopo pochi secondi o minuti. Il colorito può restare stabile, oppure compaiono transitori di cianosi labiale durante le apnee. È diverso dal respiro agonico terminale, che è irregolare, con singulti sporadici e inefficaci.

Cosa fare subito a casa

Creo un ambiente calmo, riduco rumori e luci forti. Posiziono il paziente semi-seduto o laterale, con cuscini che sostengono collo e torace. Mantengo igiene orale e idratazione delle mucose per ridurre secchezza e stimoli tussigeni. Se disponibile, controllo la saturazione senza inseguire numeri: l’obiettivo è il comfort. Spiego ai familiari che il ritmo è ciclico e non sempre indica soffocamento. Se l’ansia aumenta la fame d’aria, valuto con il mio team farmaci ansiolitici od oppioidi in dosi proporzionate al sollievo atteso.

Ossigeno, ventilazione e farmaci

L’ossigeno si usa quando c’è ipossiemia o distress evidente. In assenza di ipossia può non cambiare gli esiti e aumentare secchezza o rumori. La ventilazione non invasiva ha un ruolo selettivo e una tollerabilità spesso bassa nel fine vita; la considero solo se coerente con gli obiettivi di cura. Gli oppioidi riducono la dispnea percepita e l’iper-ventilazione reattiva; sedativi leggeri possono aiutare l’ansia. Ogni scelta è personalizzata, documentata e condivisa con la famiglia.

Tabella di orientamento clinico

Quadro Caratteristiche del respiro Indicazioni pratiche a domicilio
Cheyne–Stokes Ciclico, crescendo–decrescendo con apnee centrali Ambiente calmo, semi-seduta o laterale, igiene orale, farmaci per il comfort quando indicati, spiegazione ai familiari
Rantolo terminale Gorgoglio da secrezioni a vie aeree superiori Posizione laterale, igiene orale, idratazione mucose, riduzione nuove secrezioni; vedi rantolo terminale
Respiro agonico Irregolare, singulti isolati, inefficaci Presenza e conforto, protezione della dignità; valutare sedazione palliativa se angoscia refrattaria

Quando chiamare aiuto

Contatto l’equipe se la dispnea resta intensa nonostante gli interventi, se compaiono dolore non controllato, cianosi persistente, apnee molto prolungate con mancato recupero, agitazione importante o un rapido peggioramento della coscienza. Se coesistono secrezioni abbondanti o rumori respiratori, rivedo insieme la gestione del rantolo terminale e della dispnea nel fine vita. Se la confusione aumenta, rimando alla pagina sul delirio terminale. Per i segni complessivi della fase finale, consulto i segnali di morte imminente.

Domande frequenti

È dolorosa? No. Può essere spaventosa da osservare, ma il fastidio principale è la sensazione di fame d’aria, che gestisco con misure ambientali e farmaci per il comfort quando indicati.

Quanto può durare? Da minuti a ore, talvolta a fasi durante la giornata o la notte. La durata dipende dalla causa e dalla fase della malattia.

Posso stimolare il paziente durante l’apnea? Evito scuotimenti bruschi. Mantengo presenza e contatto rassicurante. Se l’episodio si prolunga e compaiono segni di sofferenza, chiamo l’equipe.

L’ossigeno aiuta sempre? Solo se c’è ipossiemia o distress. Nel fine vita il beneficio va valutato sul comfort reale, non sui numeri.

Quando considerare la sedazione palliativa? Se l’angoscia o la dispnea sono refrattarie nonostante interventi adeguati e condivisi, si può proporre una sedazione palliativa proporzionata.

Assistenza domiciliare in Campania

Opero a domicilio con base a Nola e interventi nelle province di Napoli, Caserta, Avellino, Benevento e Salerno. Il percorso include valutazione clinica, piano per la dispnea, impostazione di terapie semplici e sicure, educazione dei caregiver e reperibilità concordata. Quando indicato integro procedure come toracentesi o paracentesi per ridurre carico respiratorio e dolore.

Napoli – Nola e area nolana, città metropolitana.
Salerno – Agro nocerino-sarnese e comuni limitrofi.
Caserta – Agro aversano e cintura urbana.
Avellino – Irpinia, aree interne e capoluogo.
Benevento – Sannio, comuni collinari e rurali.

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